Pur di non andare a badare l’uva chiesi allo zio di partecipare alla raccolta del “frumentone“, ebbi il consenso e per questa concessione mostrai la mia soddisfazione cercando con tutta la mia buona volontà di essere utile.

Salii sul barroccio per sistemare le pannocchie e incastrarle fra le sponde: per fare questo lavoro persi l’equilibrio e caddi a testa in giù.

La fortuna volle che cadessi sopra un mucchio di foglie e non mi feci alcun male, ma non so descrivere la paura dei miei parenti perché se fossi caduto dal centro del carro avrei battuto la testa sul mozzo della ruota e mi sarei spaccato la testa; tutto finì bene ma sul carro non mi fecero salire più.

La sera si mangiava sempre insalata raccolta nei campi dalle donne. Facevano la piada; a volte non bastava e allora mi facevano un gran dispetto: “Magna e pen che te i deint bon” [mangia il pane, che tu hai i denti buoni”] ma i carpigni [un tipo di erba selvatica] foravano e senza piada facevo fatica a mangiarli.